Alcuni tornano

Tornano a Sordevolo, nella valle Cervo, a Viverone, a Lessona o a Candelo dopo una vita trascorsa a Torino o a Milano. Una vita senza festivi né tempo libero. Tornano dopo avere giurato a se stessi che non sarebbero mai più tornati. Tornano con un master all’estero o il titolo di dottore conquistato in qualche prestigiosa università europea; tornano dopo anni di vita a Londra, vite da pendolari, piene di stimoli e di vibrazioni.
Tornano sotto il richiamo di qualcosa che spesso non sanno neppure che nome abbia.

Altri arrivano

Non sono in cerca di radici, cercano casa nei borghi biellesi con il gusto di chi ci arriva per la prima volta. Sordevolo, Lessona, Candelo sono più vicini alle grandi città del lavoro di quanto possiamo immaginare.

Le Storie

Borgo Ca’ del Becca. Nove cascine ottocentesche nei boschi

La storia di un ex-bocconiano e un’architetta di Milano che dopo aver vissuto in Inghilterra e Argentina hanno deciso di trasferirsi sulla cima (becca) di una collina in mezzo ai boschi delle Valli di Mosso, Biella.

Fabrizio Ghilardi e Valentina Fiorio da inizio 2018 gestiscono la loro azienda agricola nelle Alpi Biellesi. L’azienda nel Borgo di famiglia abbandonato da diversi anni, si occupa di 3 progetti. Nel 2018 hanno recuperato le vecchie terrazze della proprietà piantando 2500 viti di nebbiolo. Nel 2021, arriva la prima vendemmia. Hanno scelto di gestire la coltivazione biologicamente sia nel vigneto che negli orti che curano per una piccola produzione venduta ai ristoranti della zona.

Fabrizio Ghilardi e Valentina Fiorio da inizio 2018 gestiscono la loro azienda agricola nelle Alpi Biellesi. L’azienda nel Borgo di famiglia abbandonato da diversi anni, si occupa di 3 progetti. Nel 2018 hanno recuperato le vecchie terrazze della proprietà piantando 2500 viti di nebbiolo. Nel 2021, arriva la prima vendemmia. Hanno scelto di gestire la coltivazione biologicamente sia nel vigneto che negli orti che curano per una piccola produzione venduta ai ristoranti della zona.

Il coreografo bergamasco che si è innamorato della Valle Cervo

Matteo Marchesi, bergamasco di nascita, inizia a studiare danza a 21 anni e contemporaneamente scenografia all’Accademia di Brera. Un giorno, per caso, arriva in Valle Cervo per un piccolo festival nei boschi.

Matteo aveva iniziato a cercarne una prima della pandemia, poi si è fermato, fino allo scorso anno quando la scelta è caduta su una dimora storica a Pettenasco. “In passato la casa aveva ospitato l’ufficio postale, poi ci ha abitato una famiglia alto borghese e c’era uno studio pediatrico, riferimento per le famiglie di operai del lanificio poco distante”, spiega Matteo. A giorni spera di concludere l’acquisto della casa per cui ha ottenuto il contributo di 40mila euro dalla Regione Piemonte grazie al bando per ripopolare le aree montane. “Ho saputo del bando regionale da amici della zona – dice – Inizialmente abiterò qui con i miei due cani, ma la mia idea è rendere questa casa un luogo aperto in cui ospitare persone senza fini commerciali, ma per condividere gli spazi con chi vuole uscire da un ritmo di vita frenetico”.

Matteo aveva iniziato a cercarne una prima della pandemia, poi si è fermato, fino allo scorso anno quando la scelta è caduta su una dimora storica a Pettenasco. “In passato la casa aveva ospitato l’ufficio postale, poi ci ha abitato una famiglia alto borghese e c’era uno studio pediatrico, riferimento per le famiglie di operai del lanificio poco distante”, spiega Matteo. A giorni spera di concludere l’acquisto della casa per cui ha ottenuto il contributo di 40mila euro dalla Regione Piemonte grazie al bando per ripopolare le aree montane. “Ho saputo del bando regionale da amici della zona – dice – Inizialmente abiterò qui con i miei due cani, ma la mia idea è rendere questa casa un luogo aperto in cui ospitare persone senza fini commerciali, ma per condividere gli spazi con chi vuole uscire da un ritmo di vita frenetico”.